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Messaggio  efraim Mar Nov 15, 2011 11:55 pm

che ve ne pare? La posterei sul mio blog, non sul sito, come altre cose più "personali", ma riguarda tutti, volendo, e non voglio farlo se non pare una buona idea...

Cara Milena,
lei ha recentemente proposto, come altri, un’ipotetica tassa sul contante come strumento di contrasto all’evasione fiscale.
Questa proposta ha diversi punti problematici, a differenza di quella che stiamo avanzando che ne condivide e incrementa ogni pregio senza ricadute collaterali.

I problemi di una proposta come quella che avanza sono fondamentalmente di tre tipi:
• La tassazione implica una diversa strutturazione delle abitudini, per chi è in grado di operarla, con costi aggiuntivi che non si fermano al tempo per trovare i modi di liberarsi del contante (carte di credito, bancomat e simili hanno un costo irrilevante solo per chi ha un reddito elevato), con elementi discorsivi tutti a vantaggio delle classi più abbienti
• Esiste in Italia una larga fetta di popolazione (apprendo il 15%) che non ha accesso ad alcun servizio finanziario in nessun modo – sempre i più poveri – e che se non ne è proprio esclusa a priori, ma capita, non gode certo dei vantaggi (anche qui si fa per dire) riservati a chi ha un patrimonio appetibile…
• Soprattutto, le spese fatte con carte di credito, bancomat e altri strumenti elettronici attualmente disponibili sono attualmente tracciabili. Ho fatto fin troppe volte l’esempio dell’acquisto di poesie di Brecht invece che di Bondi ma, con ogni probabilità lei non l’ha letto e ha senz’altro tutte le facoltà per capire quanto il problema sia oggettivamente più ampio e rilevante anche per chi non ha nulla da nascondere e vive privatamente come un personaggio pubblico specchiato. Votiamo ogni volta che apriamo il portafoglio, dicono giustamente, e il voto deve almeno poter essere segreto. Non c’è bisogno di credere alle scie chimiche o di vivere di paranoie per capire che se l’occasione può far l’uomo ladro, è più facile che faccia il governante dittatore.
Non solo: i problemi sono acuiti dalla parzialità della soluzione proposta: si proponesse di abolire il contante tout court, come fanno alcuni, i primi due problemi potrebbero essere limitati e financo esclusi: checché dicano, gli anziani sono capacissimi, entro certi termini, di adattarsi alle novità, finché restano vivi (molti arrivano in tardissima età in case di cura nelle quali sostanzialmente il contante è abolito e questo, sempre che sia percepito come tale, è l’ultimo dei problemi); ma si accrescerebbe enormemente la rilevanza del terzo.
Anche senza arrivare a questi estremi, resta il fatto che l’uso del contante, dunque la libertà privata dei comportamenti economici, diventerebbe un lusso riservato a chi può non badare a spese, aggravato dalla circostanza che chi più è portato e intenzionato a delinquere può facilmente avvalersene – e economicamente rastrellarlo offrendo cifre modeste rispetto all’imposta sul prelievo – senza che questo possa comportare verosimilmente un aggravio significativo rispetto ai rischi che già decide di correre.
Detto tutto ciò, ha valore una proposta del genere?

Difficile a dirsi. Molto più facile rispondere alla domanda: non ci sono alternative migliori da ogni punto di vista? Almeno una c’è senz’altro; è descritta in modo sintetico e discretamente esaustivo qui http://salviamolitalia.com/2011/11/14/lettera-ufficiale/ e, così com’è, non è esposta a nessuno dei problemi che possono riguardare la tassazione del contante:
• Non si elimina il contante, non si cambiano le abitudini di nessuno, non si sprecano risorse per attività improduttive.
• Tutti vengono dotati a costo zero degli strumenti adeguati per interagire economicamente in termini di nuovo contante, comodissimi, pratici, semplici, veloci, più attraenti e accessibili anche per anziani o disabili di ogni tipo.
• Non c’è nessun tracciamento di nessuna transizione, eppure si elimina totalmente l’evasione fiscale, rendendola impossibile, senza alcun rischio o pericolo per la privatezza della vita privata di nessuno. Non ci sono ricadute specifiche sul crimine, rispetto alle peggiori per esso possibili in caso di totale soppressione del contante e, dunque, ce ne sono di più efficaci ed efficienti nel contrastarlo. Ma resta sostanzialmente possibile perfino la latitanza, oltre alla piccola o comunque non troppo significativa economicamente attività criminale. L’unico pericolo, infimo rispetto a quelli derivanti da una eliminazione o riduzione del contante, comunque paventabile solo stravolgendo la proposta, può essere quello della segnatura del contante, ma basta un minimo di supervisione della società civile per impedirlo, oltre al decentramento e tutto quanto è proposto. La possibilità, peraltro così estrema, di creare autonomamente valute autonome, per quanto non scambiabili, consente di impedire ogni dittatura finché non ha mezzi di controllo peggio che sovietici sulla popolazione (nel qual caso l’autonomia del contante diventa l’ultimo dei problemi, come insegna il Rublo) e di contrastarla comunque meglio all’interno di ecosistemi “resistenti” non appena la sua pressione diventasse considerevole.
Nessuna parzialità: funziona immediatamente per tutti, solo volendolo: non eliminandolo, ma evolvendolo, è facile, è comodo, è accessibile a tutti, a costo zero per la popolazione e a costi irrisori rispetto ai guadagni per il sistema. L’evasione è totalmente impedita (e diventa facilissimo, se non proprio automatico, contrastare l’elusione) senza bisogno alcuno di introdurre alcuna nuova tassa o sostituto di imposta, perfino quella criminale.
La privatezza della vita privata non viene minimamente intaccata per nessuno, altro che diventare un lusso per chi può permetterselo o ha convenienza maggiore a nascondere i suoi traffici.

I vantaggi sono oggettivi, immediati, enormi, con benefici collaterali da ogni punto di vista, senza nessuno dei problemi evidentemente considerevoli derivati dalla tassazione del contante. Per quale motivo sostenere una proposta peggiore da ogni punto di vista? Non ci sono implicazioni ideologiche, se non quella che vuole che la giustizia sia tale se vale allo stesso modo per tutti. Senz’altro non è una proposta su cui convergono già molte forze e poteri interessati alla sua implementazione, ma non è nemmeno intrinsecamente in contrasto con i poteri forti, a meno di pensare che essi, oltre che orientati al profitto privato, siano intrinsecamente votati al male pubblico (cosa plausibile ma, anche fosse, da combattere per chiunque abbia un briciolo di dignità animale). Perciò non viene meno nemmeno la visibilità personale, anzi, a riprendere e fare propria una nuova e realmente tanto priva di precedenti quanto conveniente.
Fossi in lei ci penserei; in ogni caso voglio sperare che ci pensi abbastanza gente degna, intelligente e coerente, cosa possibile e che, nel caso, renderebbe ancora maggiore la convenienza per chi, come lei, ha gli strumenti e le sollecitazioni per farlo e capire.

Detto ciò, le faccio comunque i complimenti per la trasmissione, senz’altro relativi nel senso di in fondo correlati, ma indipendenti.
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Messaggio  efraim Mer Nov 16, 2011 12:28 pm

Cara Milena,
lei ha recentemente proposto, come altri, un’ipotetica tassa sul contante come strumento di contrasto all’evasione fiscale.
Scrive nel suo articolo, con profonda verità, che in un momento come questo ognuno ha il dovere di dare il proprio contributo, anche con l’apporto di idee.
Ebbene, credo potrebbe allora interessarle sapere che esiste in Italia un gruppo che sta lavorando ad una proposta che condivide e incrementa ogni pregio della sua, senza ricadute collaterali.
La sua proposta ha infatti diversi punti problematici. Fondamentalmente di tre tipi:
• La tassazione implica una diversa strutturazione delle abitudini, per chi è in grado di operarla, con costi aggiuntivi che non si fermano al tempo per trovare i modi di liberarsi del contante (carte di credito, bancomat e simili hanno un costo irrilevante solo per chi ha un reddito elevato), con elementi discorsivi tutti a vantaggio delle classi più abbienti
• Esiste in Italia una larga fetta di popolazione (apprendo il 15%) che non ha accesso ad alcun servizio finanziario in nessun modo – sempre i più poveri – e che se non ne è proprio esclusa a priori, ma capita, non gode certo dei vantaggi (anche qui si fa per dire) riservati a chi ha un patrimonio appetibile…
• Soprattutto, le spese fatte con carte di credito, bancomat e simili sono necessariamente tracciabili. Faccio sempre l’esempio dell’acquisto di poesie di Brecht invece che di Bondi ma lei non l’avrà letto e ha senz’altro tutte le facoltà per capire che è un problema oggettivamente ampio e rilevante anche per chi non ha nulla da nascondere e vive privatamente come un personaggio pubblico specchiato. Votiamo ogni volta che apriamo il portafoglio, dicono giustamente, e il voto deve almeno poter essere segreto. Non c’è bisogno di credere alle scie chimiche o di vivere di paranoie per capire che se l’occasione può far l’uomo ladro, è più facile che faccia il governante dittatore.

Non solo: i problemi sono acuiti dalla parzialità della soluzione: si proponesse di abolire il contante tout court, come alcuni, i primi due potrebbero essere limitati e financo esclusi: checché dicano, gli anziani sono capacissimi, entro certi termini, di adattarsi alle novità, finché restano vivi (molti arrivano in tardissima età in case di cura nelle quali sostanzialmente il contante è abolito e, sempre che sia percepito come tale, è l’ultimo dei problemi); ma si accrescerebbe enormemente il terzo.
Anche senza arrivare a questi estremi, l’uso del contante, dunque la libertà privata dei comportamenti economici, diventerebbe un lusso riservato a chi può non badare a spese, aggravato dalla circostanza che chi più è portato e intenzionato a delinquere lo può fare – e rastrellarlo offrendo cifre modeste rispetto all’imposta sul prelievo – senza che questo possa comportare verosimilmente un aggravio significativo rispetto ai rischi che già decide di correre.
Detto tutto ciò, ha valore una proposta del genere?
Difficile a dirsi. Più facile rispondere alla domanda: non ci sono alternative migliori da ogni punto di vista? Almeno una c’è senz’altro; è descritta in modo sintetico e piuttosto esaustivo qui http://salviamolitalia.com/2011/11/14/lettera-ufficiale/ e non è esposta a nessuno dei problemi della tassazione del contante:
• Non si elimina né riduce il contante, non si cambiano le abitudini di nessuno, non si sprecano risorse per attività improduttive.
• Tutti vengono dotati a costo zero degli strumenti adeguati per interagire economicamente in termini di nuovo contante, comodissimi, pratici, semplici, veloci, più attraenti e accessibili anche per anziani o disabili di ogni tipo.
• Non c’è nessun tracciamento di alcuna transizione, eppure si elimina totalmente l’evasione fiscale, rendendola impossibile, senza alcun rischio o pericolo per la vita privata di nessuno. Non ci sono ricadute specifiche sul crimine, rispetto alle peggiori per esso in caso di totale soppressione del contante e, dunque, ce ne sono di più efficaci ed efficienti nel contrastarlo. Ma resta sostanzialmente possibile perfino la latitanza, oltre alla piccola o comunque non troppo economicamente significativa attività criminale. L’unico pericolo, infimo rispetto a quelli derivanti da una grande contrazione del contante, comunque paventabile solo stravolgendo la proposta a opera di una dittatura, potrebbe essere la segnatura del contante, ma basta un minimo di supervisione della società civile per impedirlo, oltre al decentramento e tutto quanto è proposto. La possibilità, facilmente accessibile, di creare autonomamente valute autonome, per quanto non scambiabili con l’esterno, consente di contrastare ogni dittatura anche se dispone di controlli peggio che sovietici sulla popolazione (nel qual caso l’autonomia del contante diventa l’ultimo dei problemi, come insegna il Rublo) favorendo la nascita di ecosistemi “resistenti” non appena la sua pressione diventasse considerevole.
Nessuna parzialità: funziona immediatamente per tutti, solo volendolo: non elimina, ma evolve, è facile, è comodo, è accessibile a tutti, a costo zero per la popolazione e a costi irrisori rispetto ai guadagni per il sistema. L’evasione, perfino quella criminale, è impedita (e diventa facilissimo, se non automatico, contrastare l’elusione) senza bisogno alcuno di introdurre alcuna nuova tassa o sostituto di imposta.
La privatezza della vita privata non viene minimamente intaccata per nessuno, altro che diventare un lusso per chi può permetterselo o ha convenienza maggiore a nascondere i suoi traffici.

I vantaggi sono oggettivi, immediati, enormi, con benefici collaterali da ogni punto di vista, senza nessuno dei problemi considerevoli derivati dalla tassazione del contante. Per quale motivo sostenere una proposta peggiore da ogni punto di vista? Non ci sono implicazioni ideologiche, se non quella che vuole che la giustizia sia tale se vale allo stesso modo per tutti. Senz’altro non è una proposta su cui convergono già molte forze e poteri interessati alla sua implementazione, ma non è nemmeno intrinsecamente in contrasto con i poteri forti, a meno di pensare che essi, oltre che orientati al profitto privato, siano intrinsecamente votati al male pubblico (cosa plausibile ma, anche fosse, da combattere per chiunque abbia un briciolo di dignità animale). Perciò non viene meno nemmeno la visibilità personale, anzi, a fare propria una proposta davvero nuova e realmente conveniente.
Fossi in lei ci penserei; in ogni caso voglio sperare che ci pensi abbastanza gente degna, intelligente e coerente, cosa possibile e che, nel caso, renderebbe ancora maggiore la convenienza per chi, come lei, ha gli strumenti e le sollecitazioni per farlo e farlo capire.

Detto ciò, le faccio comunque i complimenti per la trasmissione, senz’altro relativi nel senso di in fondo correlati, ma indipendenti.
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