i peggiori rischi possibili

Questo metodo permette di realizzare una valuta con alcune differenze rispetto al vecchio contante che permettono di eliminare l’evasione fiscale con un passaggio aggiuntivo e dunque qualche pericolo in più, anche se infinitamente meno di quelli dati da bancomat e carte di credito. La cosa più onesta da fare è evidenziarli interamente, di modo che ciascuno possa farsi una propria idea in proposito. Siamo certi che tali pericoli siano sostanzialmente ridicoli e che analizzarli a fondo permetta solo di capirlo meglio.

I pericoli sono di due tipi:

controlli delle autorità pubbliche sui cittadini grazie al mezzo tecnologico, il telefono

controlli o blocchi operati tramite il passaggio dal portale fiscale

Il primo pericolo è inconsistente: adoperando le celle telefoniche o la localizzazione GPS governi o altri potrebbero conoscere la posizione dei cittadini con la scheda SIM e la batteria inserite nel telefono (e possono indipendentemente dall’uso come portafoglio, con ogni telefonino). Ma, prelevati i soldi, la scheda SIM può essere semplicemente tolta; il GPS può essere disabilitato ma, dato che non è escluso (anzi) che governi e servizi segreti possano abilitarlo a insaputa dell’utente, oltre a dotarsi di apparecchi privi, bastano competenze tecnologiche irrisorie per rompere l’antenna GPS. Soprattutto, c’è la possibilità di adoperare tessere ricaricabili, come quelle previste per bambini (o mendicanti): nessun problema.

Piuttosto che cercare sotterfugi, governi dittatoriali farebbero senz’altro prima e meglio a vietare la circolazione del contante in quanto tale, vecchio o nuovo non fa differenza.

Il secondo pericolo è altrettanto inconsistente per un aspetto, ma consistente per un altro. Nel sistema proposto, infatti, il contante non passa direttamente, materialmente, da un telefono a un altro: quindi non c’è possibilità di “segnarlo” per vedere da chi provengono gli incassi ricevuti. Infatti, il denaro presente nel portafoglio smette semplicemente di esserci, o viene spuntato, con l’atto del pagamento; nel momento in cui si rideposita quello non speso, al limite se ne registra la sparizione. Nell’apparecchio ricevente si registra solo una “cambiale” che diviene denaro effettivo quando registrata. Solo se il ricevente è “complice” del governo, può registrare per suo conto chi lo paga, ma lo può fare indipendentemente dalla valuta, come ora. Insomma, non c’è nessun modo di “segnare” il denaro che si spende, ma resta il fatto che non c’è modo di incassarlo se il governo, democratico e di diritto o dittatoriale che sia, impedisce il passaggio.

Infatti, non può bastare che il denaro si crei nel telefono con l’atto ipotetico di registrazione: deve andare a buon fine, altrimenti è facile che un malintenzionato faccia invii che non vanno a buon fine: qualunque metodologia si scelga, è necessario, quantomeno, che le somme che si vogliono incassare siano sbloccate da un messaggio di conferma dal portale.

Dunque sussiste teoricamente il pericolo che il governo invii dei virus (tali per esempio da azionare il GPS, o da forzare l’invio di altri dati presenti nell’apparecchio a sua insaputa) col messaggio di conferma, oppure che non autorizzi semplicemente l’incasso.

Per quel che riguarda i virus, c’è lo stesso pericolo, relativo, cui è comunque già sottoposto qualunque apparecchio; è evitabile con qualunque software antivirus autonomo ed è impossibile finché si resta più o meno all’interno di uno stato di diritto ove vigano i controlli previsti da questo metodo, autonomi e autodeterminati dalla società civile.

Per quel che riguarda il blocco degli incassi, invece, la possibilità sussiste e non si può ritenerla infondata nemmeno in democrazia - è plausibile che la maggioranza accetti di buon grado il blocco degli incassi per i latitanti ed è necessario un livello minimo di dignità, non scontato, perché la società civile impedisca qualcosa del genere del blocco dei conti di Wikileaks - oggi un latitante o un fuorilegge può incassare contanti anche se è ricercato; con questo sistema la magistratura sottoposta ai controlli della società civile, o sulla base di altre procedure democratiche o un governo dittatoriale possono bloccare la possibilità di guadagnare contanti ad un ricercato. È l’unico pericolo in più che c’è rispetto all’attuale contante e, per molti, può non essere affatto un problema.

Il caso di Wikileaks dimostra però che il problema, almeno per alcuni, può sussistere ma anche che è oggettivamente limitato, oltre che necessariamente circoscritto.

- il latitante o fuorilegge può agire sotto copertura, per conto terzi, grazie a tessere ricaricabili come le periferiche predisposte per i bambini: gli incassi figurano necessariamente accreditati al complice, persona o struttura che le fornisce (dunque con un aggravio nella tassazione, se considerevoli, ma un problema contenuto.

- ci si può dotare di telefoni che fanno riferimento a conti e depositi esteri, come i turisti. Tanto un governo democratico alla ricerca di criminali quanto uno dittatoriale in caccia di dissidenti o clandestini potranno limitare entro certe soglie le entrate di tal fatta, ma è impossibile, per vari motivi, che impediscano tali transazioni.

- soprattutto, provvedimenti di questo tipo non comportano controllo sociale, ma impedimento per ogni transazione. Possono funzionare solo per contrastare, molto meno di altre misure, la libertà di determinati ricercati ma, su larga scala, comportano il crollo sostanziale dell’economia e necessariamente l’affermarsi di valute alternative e di economie parallele floride. Quel che impedisce l’affermarsi di valute diverse, in questo sistema, è solo la loro non convertibilità, il bisogno di passare poi alla valuta corrente per pagare la spesa, le bollette e quant’altro. Se questo viene impedito su larga scala, lo svilupparsi di un’economia parallela abbastanza forte da consentire il cambio pacifico diventa automatico anche in assenza di solidarietà internazionale. Nello stesso modo può proliferare la criminalità organizzata all’interno di territori che controlla (ti pago in mafio e tu me li cambi in euro) ma con il problema che le valute criminali non possono trovare appoggi al di fuori, nella società civile e via discorrendo. Diverso è il caso di una dittatura che impedisca ad alcuni o tutti, fantascientificamente, di incassare i propri guadagni: finché esisteranno popoli liberi, questi tratteranno più volentieri le valute ribelli che non la dittatoriale, sia internamente che esternamente. Wikileaks potrebbe facilmente incassare e trovar modo di spendere in bitcoin, piuttosto che in valute autonome garantite dalla società civile e la cosa non comporterebbe più pericoli di quelli della dittatura in quanto tale.

Insomma, riassumendo: questo metodo non può presentare alcun tipo di problema realistico. L’unico verosimile è la possibilità per i governi di impedire gli incassi ai latitanti. In casi isolati, la complicità di complici e fiancheggiatori è sufficiente a far sì che non sia nemmeno un modo efficace di contrastare il crimine; in casi di massa, sarebbe addirittura autolesionistico per il governo, che alimenterebbe la creazione di monete alternative e distruggerebbe l’economia nella propria valuta.

Non c’è perciò nessun rischio.

ottimo
posta nel sito, direi, sìsì

isaluna ha scritto:ottimo
posta nel sito, direi, sìsì

evviva. Diamo ancora tempo a qualcuno di obiettare, poi posto e eventualmente si migliora, elimina o altro in un secondo momento